La Grecia by Roderick Beaton

La Grecia by Roderick Beaton

autore:Roderick Beaton [Beaton, Roderick]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788806260156
editore: EINAUDI
pubblicato: 2023-10-01T00:00:00+00:00


La partita finale si trascinò per un anno intero. L’esercito greco rimase arroccato lungo la stessa linea difensiva che aveva tenuto prima dell’inizio della campagna, all’incirca 300 chilometri a est della costa egea. Ad Atene, il governo di Gounaris ottenne un voto di fiducia a novembre e si rivolse disperatamente al ministro degli Esteri britannico, Lord Curzon, per ottenere una mediazione con i nazionalisti turchi e un prestito per coprire gli elevati costi di mantenimento dell’esercito sul campo. Gli inglesi fecero alcuni fiacchi tentativi che non portarono da nessuna parte. Tra le misure sempre piú disperate per aumentare le entrate, nella primavera del 1922 furono ritirate tutte le banconote in circolazione e tagliate a metà per dimezzarne il valore. Il governo greco cadde infine nel maggio 1922 e una nuova coalizione salí al potere unita, per quanto lo fosse, dalla sua opposizione al «venizelismo».

Con la guerra sul campo di battaglia in stallo e senza un finale dignitoso in vista per la campagna anatolica, la linea di faglia tra Stato e nazione cominciò ad allargarsi ulteriormente. Tutta la brutalità che era stata suscitata dalla guerra civile degli ultimi sei anni e piú cominciò a salire in superficie. In agosto un famigerato editoriale del quotidiano filogovernativo «Kathimerini» si intitolava: «Verso casa […]». Non ci sarebbe dovuto essere «altro sangue sprecato per continuare l’avventura imposta al popolo dall’uomo che, purtroppo per la Grecia, è ancora in vita», un ovvio riferimento a Venizelos. Era tempo che l’«Asia Minore [come storicamente veniva chiamata l’Anatolia in greco fin dai tempi dei Romani] venisse consegnata ai suoi nobili abitanti», un’espressione che sembra annullare la distinzione tra greci cristiani e turchi musulmani su cui si era basata fin dall’inizio l’identità nazionale greca. Per Georgios Vlachos, l’editore del giornale, che in seguito affermò di aver scritto per volere di Gounaris, la posta in gioco non era piú il futuro della nazione «liberata», ma l’onore e il prestigio dello Stato greco e delle sue istituzioni, in particolare l’esercito.

Forse le parole piú agghiaccianti, ma anche piú profetiche, furono quelle del governatore generale di Smirne, Aristeidis Stergiadis, il piú alto funzionario civile greco in Anatolia. Quando era ormai troppo tardi per evitare un disastro umanitario, a una domanda sul perché non avesse fatto nulla per aiutare la popolazione greca a fuggire dalla città, Stergiadis avrebbe risposto: «È meglio che rimangano qui e che vengano massacrati da Kemal, perché se vanno ad Atene metteranno tutto a soqquadro»18. Questo timore sarebbe durato a lungo dopo l’amaro esito della campagna del 1922.

La fine arrivò all’improvviso, durante le stesse calde settimane di fine estate in cui, un anno prima, si era combattuta la battaglia del fiume Sakarya. L’assalto turco iniziò all’alba del 26 agosto 1922, su un ampio fronte. Due giorni dopo l’esercito greco era in piena ritirata. L’8 settembre i resti dell’esercito sconfitto ripiegarono nel primo entroterra di Smirne. Venne dato l’ordine di aggirare la città a sud e imbarcarsi dal porto di Çeşme, separato solo da uno stretto canale dall’isola greca di Chio. Fu una fine ingloriosa per quasi un secolo di sogni espansionistici.



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